OFTALMOMOTOSSICOLOGIA: UNA NUOVA FRONTIERA MEDICA DEL POSSIBILE

occhio

Parliamo con la Dottoressa Raffaella Bertoglio, Medico di Medicina Generale, Oftalmologo, Omotossicologo, ideatrice dell’OftalmOmotossicologia, Tutor Tirocinio Esame di Stato Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Brescia, di OftalmOmotossicologia, ciò che è stato definito come “una nuova frontiera medica del possibile”.

Dottoressa Bertoglio, partiamo dal suo mantra: “Gli occhi riescono a vedere solo quello che la mente è in grado di comprendere”. Cosa significa esattamente?

Il fatto che si parli di Mantra mi onora e un po’ m’imbarazza. Cercherò di essere “telegraficamente” chiara: esiste una differenza fondamentale tra guardare e vedere. Se io riesco a “far vedere” al mio Paziente permetterò a Lui di poter comprendere. Solo se si vede si comprende e solo se si comprende si può vedere. Nei nostri corsi dedichiamo molto a far comprendere queste differenze. Pensi che se impariamo a Sentire e Vedere la nostra percezione si modifica e riusciamo, così, ad essere più incisivi nel trattamento della Persona che si affida a noi… sia per curarsi sia per imparare…

Che origini ha l’Oftalmo-Omotossicologia?

Nasce nel 2007 dall’esigenza personale di dare risposte certe ai Pazienti oftalmici che afferivano al mio studio e che non trovavano una risoluzione anche parziale alle loro problematiche sia nell’oculistica tradizionale sia nella medicina complementare. L’oculistica tradizionale è prevalentemente chirurgica. Si lascia poco spazio alla parte medica. Questo, a volte, impedisce di riuscire ad approcciare una terapia adeguata. Quello che poi mi lasciò più stranita, quando mi avvicinai alla medicina complementare, era che anch’essa si era “dimenticata” degli occhi.

È un qualcosa di alternativo o, piuttosto, di integrativo rispetto alle terapie convenzionali delle patologie oculari?

Mi piace definirlo un valido supporto all’oftalmologia classica tradizionale. Ho sempre ritenuto, ancor prima di occuparmi anche di medicina alternativa, che più il medico conosce più è forte l’aiuto che riesce a dare. Supportare l’oftalmologia classica, quindi, non va visto come azione subalterna bensì come un “qualcosa” che arricchisce chi lo impara. Inevitabilmente chi ci guadagna è il Paziente e noi, tutti, abbiamo questa priorità: curare al meglio il nostro Paziente.

Si instaura quindi un rapporto diverso tra l’operatore e il paziente?

Il rapporto è un rapporto “completo” nel senso che io devo conoscere la Persona e non la sua malattia o, banalmente, il suo “sintomo occhio”. La medicina in generale e l’oculistica in particolare hanno parcellizzato l’Individuo. L’OftalmOmotossicologia “ricompone” l’Occhio e in più lo “inserisce” nuovamente nella Persona. Per far questo, chi si occupa di OftalmOmotossicologia, deve conoscere il Paziente in ogni sua accezione. Il rapporto di compenetrazione che si viene a creare, quindi, è molto particolare.

Ci sono patologie oculari specifiche per cui l’OftalmoOmotossicologia è più indicata?

No. Ogni patologia oculistica e, vorrei azzardare, ogni patologia ha una indicazione elettiva nell’OftalmOmotossicologia. Proprio per quello che ho detto in precedenza analizzando a fondo la Persona che si affida a noi, si riesce a curare molto e a fondo. L’OftalmOmotossicologia riesce a dare risposte per patologie del segmento anteriore, ad esempio l’Occhio Secco che affligge molte donne e molti lavoratori che utilizzano il computer. Arriva anche, e bene, nel segmento posteriore, dando risposte a patologie gravi quale la Degenerazione Maculare Legata all’Età.

Un’ultima domanda: lei promuove la sinergia tra più specialisti per la risoluzione del problema?

Fondamentale. Più si conosce, più si integra, più si aiuta e si cura la Persona. Lavorando in sinergia con più figure professionali le risposte di diagnosi e di terapia risultano più efficaci. Oltre a questo i rapporti che si instaurano tra i professionisti migliorano anche i professionisti stessi dal punto di vista umano. Per noi che curiamo e insegnamo questo risulta essere un pilastro imprescindibile.

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